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Disabilità in passerella 17 aprile 2018 Il 27 febbraio scorso a Milano top model disabili e non hanno presentato le nuove collezioni. L’evento, organizzato da Iulia Barton e Fondazione Vertical, quest’anno ha visto anche un catalogo. Nella Milano Fashion Week Inclusive 2018 top model, modelle e modelli in carrozzina o con amputazioni provenienti dai cinque continenti hanno presentato le nuove collezioni, a cui hanno lavorato anche stilisti come Angelo Cruciani, Luigi Borbone e Antonio Urzì (che nel passato ha vestito celebrity come Lady Gaga, Rihanna e Beyoncé). L’evento L’evento è stato organizzato dall’agenzia Iulia Barton e dalla Fondazione Vertical, una onlus per la ricerca sulle lesioni midollari a cui è andato il ricavato della serata. Ma la novità di quest’anno è che a marzo, quando sono ripartiti i nuovi casting, è uscito anche il primo catalogo inclusivo targato Iulia Barton: un book di modelle e modelli professionisti provenienti da tutto il mondo, tra cui anche quelli con disabilità. «Anche per loro il diktat resta quello della moda con i suoi canoni di bellezza, soprattutto in materia di misure e portamento, altrimenti non riuscirebbero a lavorare», spiega la fondatrice dell’agenzia Giulia Bartoccioni. Tutto nasce qualche anno fa grazie a un’idea della Fondazione Vertical e del suo fondatore, Fabrizio Bartoccioni, fratello di Giulia, in carrozzina a causa di un tuffo in piscina che le ha provocato una lesione cervicale del midollo spinale. I due si inventano il format “Modelle & Rotelle” e nel 2012 lo portano sulle passerelle di AltaRoma, alla Mercedes-Benz Fashion Week di New York nel 2015 e l’anno dopo a Milano. L’obiettivo è quello di valorizzare femminilità ed eleganza, qualunque sia la condizione fisica, perché la vera bellezza non possiede canoni estetici. L’iniziativa ha successo, tanto che il format si trasforma in qualcosa di più professionale: prima una rete e poi un’agenzia di moda inclusiva con base in Italia, a Roma, ma con modelle e modelli dal respiro internazionale. Giorgio Ferruzzi Continua ...
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Comandare con la voce 10 aprile 2018 Lo sapevate? La domotica e’ un sistema di comando vocale per l'apertura di porte, finestre, impianti elettrici. Quell’insieme di tecnologia che permette di ‘automatizzare’ la casa, rendendo gestibile da remoto l’accensione, la programmazione e lo spegnimento del riscaldamento, degli elettrodomestici, l’apertura delle porte e delle tapparelle e via dicendo. La domotica a comando vocale è ‘l’arte di rendere la casa intelligente’ e completamente pronta a rispondere ai comandi anche quando si è al lavoro o fuori da casa per qualsiasi motivo. Ma la domotica non è solamente comodità, ma anche possibilità di gestire e di controllare i consumi. e un aiuto concreto per le persone con disabilità visiva. Gli impianti di domotica permettono di controllare ed ottimizzare i consumi, di mantenerli costantemente sotto controllo, di gestire in maniera ottimale tutti i consumi e gli utilizzi degli elettrodomestici e dei vari impianti della casa. Posta la grande comodità che questa situazione comporta, non stupisce di certo che sempre più persone abbiano intenzione di installare nella loro casa sistemi di domotica per il controllo da remoto dell’abitazione anche, e perchè no, con il fai da te a basso costo.Oltre a tutti questi vantaggi, bisogna considerare che la domotica permette anche di ottenere una detrazione fiscale, ai sensi di legge, fino al 65% e che si tratta di sistema tecnologico in continua evoluzione. Giorno dopo giorno la domotica fa passi avanti e sempre più case nuove vengono vendute con sistemi di domotica già integrati.Uno degli ultimi passi avanti di questa disciplina è stata la predisposizione della domotica a comando vocale. Questa tecnologia permette di comandare i sistemi di domotica anche da remoto e semplicemente utilizzando la propria voce ed esprimendo il comando o la domanda di volta in volta desiderata. Adriano Villotti Continua ...
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Ausili tecnologici per l’utilizzo del computer 10 aprile 2018 È importantissimo per tutte le persone, specialmente per quelle con disabilità, avere ausili riguardante l’utilizzo del computer, che permettono un’autonomia maggiore. A Bologna c’è un centro specializzato che aiuta le persone disabili, i loro operatori e i loro famigliari a trovare e utilizzare ausili tecnologicamente avanzati. Il C.A.T., centro ausili tecnologici, consente di individuare l’ausilio più adatto ad ogni esigenza. I servizi offerti sono: la consulenza delle persone disabili, il supporto dell’intervento educativo individualizzato, la consulenza agli operatori, la consulenza del software. Un altro aspetto da non sottovalutare, anzi, è molto importante, riguarda la possibilità di facilitare la comunicazione attraverso il sito internet (http://www.ausilioteca.org) dove trovare informazioni inerenti il servizio, gli ausili, il software, i servizi simili in altre regioni. La mia esperienza con questo centro è stata molto positiva perché mi hanno fatto provare diversi modelli di mouse. Tra questi ho potuto individuare quello più adatto alle mie esigenze, un mouse che si chiama trackball inforgrip. Ilaria De Schulthaus Continua ...
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Il suo braccio bionico è fatto con i lego 10 aprile 2018 Con i mattoncini Lego, generazioni di bambini e ragazzi hanno costruito e costruiscono un po’ di tutto: case, stazioni, città. David Aguilar, 18 enne di Andorra (un piccolo principato tra Francia e Spagna), ci ha costruito qualcosa di cui aveva proprio bisogno: il braccio che gli mancava. «Quando ero bambino, con i Lego costruivo macchine, aeroplani, moto. Ora, mi sono costruito un braccio», racconta l’ingegnoso giovane in un video pubblicato su YouTube. David è nato con il braccio destro non completamente sviluppato: «Era abbastanza fastidioso sentire commenti del tipo ”Oh, tu non hai una mano”». Da solo ha coniato il proprio soprannome: «Hand solo». E ha inventato quel braccio di cui sentiva la mancanza, con gli stessi mattoncini Lego con cui aveva trascorso ore e ore della sua infanzia. «Ho costruito la mia prima protesi quando avevo 9 anni - racconta -. L’ho costruita intorno alla mia piccola mano». Ma non era molto resistente e non è durata a lungo. È andata meglio con i Lego Technic, una versione più sofisticata dei tradizionali mattoncini, che gli hanno permesso di realizzare, in 5 giorni, un braccio più resistente, chiamato «MK1». Ma si poteva ancora migliorare: come ogni inventore che si rispetti, David si è rimesso al lavoro per sviluppare un modello più evoluto: «Questo è MK2 - spiega nel video, mostrando il suo nuovo arto -. Ha una batteria che funziona come un bicipite. E un cavo da pesca che si lega qui - mostra -. Quando lo fisso alla spalla, posso fare così e il braccio si chiude. Quando l’ho costruito, tutti erano molto stupiti che si potesse riuscire a costruire un braccio con i Lego. È fantastico», assicura David, stringendo due amici in un abbraccio vero, anche se fatto (per metà) di Lego. Sonia Margoni Continua ...