Statuto e Principi
Da sempre operiamo per migliorare il benessere e la qualità della vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie, nel rispetto della Convenzione Onu per i Diritti delle persona con Disabilità.
Qui puoi consultare il nostro STATUTO
Inoltre aderiamo al network "Includendo - esperienze e riflessioni per l'inclusione sociale delle disabilità" con cui condividiamo i principi di "Immaginabili risorse" e le seguenti "Ipotesi di fondo"
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La possibilità per le persone con disabilità di vedere riconosciuti i propri diritti di cittadini a tutti gli effetti costituisce un elemento di civiltà inderogabile.
In merito a questo elemento fondativo si fa riferimento a quanto sancito dalla Convenzione Onu per i Diritti delle persona con Disabilità, approvata anche dal Parlamento Italiano.
Richiamando i principi proclamati nello Statuto delle Nazioni Unite che riconoscono la dignità ed il valore connaturati a tutti i membri della famiglia umana ed i diritti uguali e inalienabili come fondamento di libertà, giustizia e pace nel mondo, (preambolo Convenzione punto a)
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Per le persone con disabilità, come per tutti noi, i diritti sono esigibili se si contribuisce, in maniera attiva e partecipe, a determinare le condizioni che li rendono concretizzabili.
Riconoscendo che la disabilità è un concetto in evoluzione e che la disabilità è il risultato dell’interazione tra persone con menomazioni e barriere comportamentali ed ambientali, che impediscono la loro piena ed effettiva partecipazione alla società su base di uguaglianza con gli altri (punto e)
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Queste condizioni riguardano soprattutto due aspetti.
Il primo concerne le condizioni soggettive e relazionali delle persone con disabilità: appare importante che le politiche ed i servizi rivolti alla disabilità si concentrino sulla individuazione e sul supporto alla crescita delle dimensioni adulte delle persone con disabilità.
Per dimensioni adulte intendiamo l’insieme di tre elementi: la possibilità di esprimere una propria soggettività, la possibilità di accrescere le proprie capacità e autonomie, la possibilità di assumere ( in maniera congruente con le proprie potenzialità soggettive) una qualche forma di responsabilità verso il contesto circostante.
Il secondo aspetto è relativo alle caratteristiche del contesto nel quale le persone con disabilità e le loro famiglie vivono: appare importante che le politiche ed i servizi attive nel mondo della disabilità si operino per il miglioramento delle condizioni sociali del contesto che li circonda, contribuendo così a renderlo un ambiente effettivamente vivibile da parte di tutti, un ambiente cioè capace di generare vita, una vita dignitosa
Per vita dignitosa intendiamo la presenza di condizioni ( legislative, ambientali, sociali ed economiche ) che consentano a tutti di esplicare al meglio le proprie capacità e di poter scegliere liberamente un proprio stile di vita ( purchè non sia di danno ad altri o al contesto circostante ).
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Operando in questa logica servizi e politiche esprimono valore sociale:
- quando, inseriti nel tessuto del territorio, contribuiscono a migliore il capitale sociale dei nostri territori, cioè le relazioni fiduciarie che possono istituirsi tra persone , gruppi, organizzazioni, istituzioni, in una prospettiva di corresponsabilità reale attorno alla qualità della vita di tutti noi.
- quando si rappresentano ed agiscono come presidi socio tecnici che assumono la responsabilità anche attorno alle tematiche che riguardano la nostra convivenza: dal nutrirsi all’abitare, dal muoversi al fare sport, dall’esprimersi al praticare linguaggi artistici ed espressivi, dal lavorare al divertirsi, dalla necessità allo svago
- quando si attivano per migliorare la propria immagine all’esterno e per far nascere ed evolvere interessanti reciprocità e implicazioni progettuali con realtà esterne, attenzioni che di fatto arricchiscono le possibilità di intervento sulle condizioni di adultità delle persone con disabilità e sulle condizioni, esigenze e risorse delle loro famiglie
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Ci sembra inoltre opportuno sottolineare che questo modo di operare arricchisce notevolmente le possibilità, per i servizi, di mettere a punto percorsi personalizzati effettivamente finalizzati al riconoscimento ed al sostegno della individualità della persona con disabilità, in quanto diventa più agevole sviluppare esperienze e proposte che mettono in contatto la vita reale delle persone di cui si occupano con la vita reale del contesto circostante e che possono così acquisire una valenza emancipativa e non solo educativa o assistenziale.
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In questa logica diventa necessario che i servizi dedicati alla disabilità apprendano a muoversi e ad agire su terreni ed interlocutori che riguardano dimensioni più ampie rispetto a quelle strettamente educative e riabilitative, dimensioni che chiamano in gioco la politica locale nei suoi diversi aspetti: urbanistica, abitativa, culturale, sportiva, lavorativa, e così via.
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Le risorse a disposizione degli Operatori si rappresentano quindi sia sul piano professionale proprio, delle proprie equipe e di altri presidi dedicati, ma anche nella capacità di interfacciarsi con quelle di altre realtà tecniche presenti nel contesto, per generare sia esperienza di solidarietà sociale che attive forme di cittadinanza attiva agendo nel:
- saper costruire e regolare connessioni e sinergie con altre realtà, di tipo e natura diverse, elaborando così la propria parzialità come elemento di fertilità e di crescita , e non necessariamente di freno e di limite
- saper organizzare opportunità e risorse in maniera adeguata e congruente in funzione delle esigenze di affermazione identitaria delle persone con disabilità e della possibilità di trattare i terreni problema presi in considerazione
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È oltremodo necessario che le famiglie vengano coinvolte attivamente nell’individuare e realizza reazioni migliorative nei confronti del contesto, e si studino e si sperimentino adeguati strumenti e modalità finalizzate a questo scopo. Il genitore è un cittadino che, come gli altri cittadini, può attivarsi in relazione alla necessità di tutelare e arricchire i beni comuni.
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La capacità dei servizi di prendersi cura della qualità sociale esterna può comportare la nascita di nuove opportunità e la creazione di nuovi spazi.
Non è da escludere che tutto questo possa avere anche delle ricadute di tipo economico.
Appare importante che queste opportunità vengano pensate come ulteriori risorse aggiuntive da investire in prassi migliorative dell’azione dei servizi e dei legami sociali esterni.